La Torre Civica s’innalza alle spalle del Palazzo Comunale. Da sempre simbolo del potere temporale e dell’identità comunale di Forlì, sorse sulle rovine di una precedente costruzione di avvistamento di origine romana, edificata sulle rive del fiume Rabbi che tagliava in due quello che oggi è il centro cittadino.
Fra il IX e X secolo, quando Forlì si resse come libero Comune, diventò simbolo della città e le sue funzioni accrebbero con il passare del tempo. In seguito, sulla sommità fu installato un orologio che scandiva i ritmi della vita civile, come le campane battevano quelli delle funzioni religiose. La dimensione del quadrante e l’unica lancetta consentivano di leggere l’ora da gran parte della campagna circostante. La torre fu anche campanaria, col compito di annunciare lo svolgersi di avvenimenti importanti e il manifestarsi di improvvisi gravi pericoli.
Ai tempi della signoria Riario Sforza, tra la torre civica e il Palazzo comunale sorgeva la residenza della famiglia che, dopo l’assassinio di Girolamo Riario, venne abbattuta. I materiali di recupero furono utilizzati per la costruzione del Paradiso, il palazzotto fortificato in cui Caterina Sforza, i figli e la corte si trasferirono per sentirsi maggiormente protetti, edificato in collegamento con la Rocca di Ravaldino, scomparso a seguito dell’assedio di Cesare Borgia, tra la fine del 1499 e l’inizio del 1500.